Il
volo delle aquile, storia dell’Albania e degli albanesi in Italia”,
edito dalla casa editrice Macrì di San Demetrio Corone, è l’ultima
fatica storico- letteraria dello scrittore Ottavio Amilcare
Bisignano. Si tratta di un volume di trecentotrentacinque pagine in
cui vengono ripercorsi, in maniera appassionata, dal poliedrico
studioso cosentino, le vicende storiche della terra delle aquile e
della diaspora arbëreshe. La
ricostruzione degli eventi, afferma il prof. Vittorio Basile, che ha
curato la prefazione del libro, è costantemente unita a un serio
approfondimento teorico, supportato da una vasta bibliografia, che ha
consentito all’autore di passare dalla cronaca all’operazione
storiografica vera e propria sulla realtà storica, che viene
ricostruita attraverso la narrazione puntuale di vicende,
costantemente collocate in una più vasta rappresentazione sociale e
politica.
I sette capitoli dell’opera, oltre al materiale documentario, costituito da memorie, epigrafi, iscrizioni commemorative e illustrazioni, costituiscono il robusto tessuto di una iniziativa che contribuirà a far riflettere non solo sulla storia di un popolo, che è stato capace di proporsi all’attenzione europea e mondiale, ma anche a far conoscere la vera identità degli arbëreshë, valorizzandone le loro peculiarità. L’autore offre un importante contributo per il recupero della memoria storica e per la valorizzazione delle etnie arbëreshe, che hanno saputo tramandare e custodire, gelosamente, il patrimonio spirituale, culturale e politico, espresso attraverso la lingua, il rito greco-bizantino, la letteratura, le tradizioni, i canti popolari, afferma nel suo studio critico preliminare all’opera la prof.ssa Rosetta Costabile. Le tappe dell’opera sono state magistralmente illustrate in retro-copertina dal giornalista Pasquale De Marco.
Un lungo e appassionato viaggio, scrive il De Marco, che inizia dall’Età neolitica, prosegue con gli Illiri, passando attraverso le invasioni di Greci, Romani, Normanni Veneziani, Angioini, Bulgari, Serbi e Turchi, la conquista dell’indipendenza, la monarchia di re Zog, la dominazione italiana durante il fascismo e il regime di Enver Hoxha. Una storia complessa di un piccolo Paese, strategicamente importante e, spesso, al centro delle vicende politiche europee. Una storia antica, ma di estrema attualità. Un popolo sfortunato, ma dignitoso, geloso custode della sua identità. Un viaggio che prosegue in Italia, dove, in sette regioni, soprattutto dopo la morte di Skanderbeg, si sono dirette diverse migrazioni albanesi per sfuggire al giogo ottomano.
Una storia, questa della diaspora arbëreshe, prosegue il giornalista, intrisa di orgoglio e caparbietà, che passa attraverso il difficile inserimento dei nuovi territori, la difesa del rito, la fondazione del Collegio Corsini, il contributo al Risorgimento italiano, l’istituzione delle diocesi greco-bizantine di Lungro e di Piana degli albanesi, l’impegno di Girolamo De Rada e degli altri intellettuali per l’inserimento della letteratura italo-albanese nei circuiti europei e per la rinascita politica e culturale della madrepatria. E, infine, la lotta per la difesa della propria identità culturale, in una società sempre più omologante. La coraggiosa iniziativa editoriale, resa ancora più preziosa dalle realistiche e suggestive illustrazioni degli artisti Elio Formosa e Petrit Ceno, è stata fortemente voluta dall’editore Gianni Macrì, sempre pronto a sostenere, come lo stesso Bisignano ha sottolineato, con ampia e generosa disponibilità qualsiasi iniziativa culturale rivolta alla ricerca della verità storica sul popolo albanese.
I sette capitoli dell’opera, oltre al materiale documentario, costituito da memorie, epigrafi, iscrizioni commemorative e illustrazioni, costituiscono il robusto tessuto di una iniziativa che contribuirà a far riflettere non solo sulla storia di un popolo, che è stato capace di proporsi all’attenzione europea e mondiale, ma anche a far conoscere la vera identità degli arbëreshë, valorizzandone le loro peculiarità. L’autore offre un importante contributo per il recupero della memoria storica e per la valorizzazione delle etnie arbëreshe, che hanno saputo tramandare e custodire, gelosamente, il patrimonio spirituale, culturale e politico, espresso attraverso la lingua, il rito greco-bizantino, la letteratura, le tradizioni, i canti popolari, afferma nel suo studio critico preliminare all’opera la prof.ssa Rosetta Costabile. Le tappe dell’opera sono state magistralmente illustrate in retro-copertina dal giornalista Pasquale De Marco.
Un lungo e appassionato viaggio, scrive il De Marco, che inizia dall’Età neolitica, prosegue con gli Illiri, passando attraverso le invasioni di Greci, Romani, Normanni Veneziani, Angioini, Bulgari, Serbi e Turchi, la conquista dell’indipendenza, la monarchia di re Zog, la dominazione italiana durante il fascismo e il regime di Enver Hoxha. Una storia complessa di un piccolo Paese, strategicamente importante e, spesso, al centro delle vicende politiche europee. Una storia antica, ma di estrema attualità. Un popolo sfortunato, ma dignitoso, geloso custode della sua identità. Un viaggio che prosegue in Italia, dove, in sette regioni, soprattutto dopo la morte di Skanderbeg, si sono dirette diverse migrazioni albanesi per sfuggire al giogo ottomano.
Una storia, questa della diaspora arbëreshe, prosegue il giornalista, intrisa di orgoglio e caparbietà, che passa attraverso il difficile inserimento dei nuovi territori, la difesa del rito, la fondazione del Collegio Corsini, il contributo al Risorgimento italiano, l’istituzione delle diocesi greco-bizantine di Lungro e di Piana degli albanesi, l’impegno di Girolamo De Rada e degli altri intellettuali per l’inserimento della letteratura italo-albanese nei circuiti europei e per la rinascita politica e culturale della madrepatria. E, infine, la lotta per la difesa della propria identità culturale, in una società sempre più omologante. La coraggiosa iniziativa editoriale, resa ancora più preziosa dalle realistiche e suggestive illustrazioni degli artisti Elio Formosa e Petrit Ceno, è stata fortemente voluta dall’editore Gianni Macrì, sempre pronto a sostenere, come lo stesso Bisignano ha sottolineato, con ampia e generosa disponibilità qualsiasi iniziativa culturale rivolta alla ricerca della verità storica sul popolo albanese.
Gennaro
De Cicco
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